Pro Loco Par Narêt

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Lamps di Ricuars - episodio I

In questa rubrica pubblicheremo a puntate i racconti della vita paesana di qualche anno fa. Questi racconti sono stati pubblicati sul Lunari pal 2022 fatto stampare dalla Pro Loco Par Narêt di Nogaredo di Prato.

In questa serie di racconti conosceremo le vecchie vie di Nogaredo di Prato, i loro toponimi storici e come venivano utilizzate dai compaesani di un tempo.

 

 

  Piazza San Martino (Piazza Fontebruna)
  Al suo centro la fontana pubblica era rifornita da acqua potabile ed era utilizzata dalle famiglie della zona. Sulla piazza si affacciavano il Panificio, il C.R.A.L (Circolo Ricreativo Associazione Lavoratori con funzione di punto di incontro e osteria) e un negozio (anch’esso con osteria) “La di Gjeronin”. Per un periodo ci sono stati anche una Macelleria, un Negozio di frutta e verdura e la storica Officina meccanica di Silvano “Mecanic”. La piazza ospitava l’unica fermata della corriera e, su iniziativa di Nesmi, anche un distributore di benzina e miscela (benzina e olio, utilizzata dai motociclisti). Dalla piazza al sagrato della chiesa venivano disputate interminabili partite di calcio (senza distinzioni anagrafiche tra i partecipanti), e un infinità di altri giochi (per esempio pindul-pandul, cavalette, di platasi, palla prigioniera, di figurinis, di balutis, di pedoli e molti altri).
 
  Via 1° Maggio (Via Udine)
  La strada che porta a Udine passando per la “Statue”, la Cappella situata a metà strada fra Nogaredo e Passons, rifugio per i viaggiatori in caso di maltempo. Il percorso passava fra fitti filari di gelsi, che avevano i rami che raggiungevano la carreggiata, ostruendo la vista del sole e rendendo cupo il viaggio ai volenterosi ciclisti in transito. Il tragitto iniziava con le ampie curve di Vie “ Maù”, attraversava les “Blacjis”, per giungere a Passons e arrivare poi a Udine. All’inizio della via, appena dopo il ponte, all’angolo con via Lavia Sinistra, c’era la fontana pubblica, con una vasca lavatoio, riempita dall’acqua del ruscello che scendeva da Nord, passando all’interno dei cortili e sotto il pavimento di alcune abitazioni, per poi dirigersi verso via Udine. Al lato opposto l’officina meccanica di biciclette di Mario Sberei. Alla fine di via Udine, le famiglie Feruglio “chei des rosis”, vivaisti da cui era possibile acquistare fiori e ortaggi . E poco dopo l’officina da fabbro dei fratelli “Riedo e Angelin”.

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